Se il ghiaccio si scioglierà....

Dai tempi del Gondwana l’Antartide ha iniziato il  suo lento ma continuo processo di allontanamento dal continente Antico   per occupare il posto che oggi noi vediamo: il polo Sud.

Da allora,  millennio dopo millennio, l’acqua presente sulla superficie del continente  antartico, mercè la posizione non proprio favorevole all’irraggiamento solare e  quindi ad un riscaldamento, si è congelata, formando quello che vediamo oggi,  ossia una vera e propria calotta glaciale, dello spessore di 3-4000   metri.

Pertanto noi siamo abituati a vedere il paesaggio dell’  Antartide come le montagne in inverno: ghiacciato, anche se dotato di alcune  specie che si sono diffuse lungo le coste ( più calde). Come si stanno  sciogliendo i ghiacciai del Gran Sasso e della Marmolada, poca cosa in  confronto a quelli antartici, non potremmo pensare, che per analogia, si  stessero sciogliendo anche le ghiacciate distese antartiche?

L’Antartide svolge il ruolo, combinato con l’Artide, di un cubetto di ghiaccio posto in un bicchiere di acqua o di una  qualsiasi bevanda, ad esempio durante il consumo estivo: quello di raffreddare.  Se ci pensiamo bene, il continente è ubicato in modo tale da essere lambito da  tutti e tre gli oceani del pianeta: Atlantico, Indiano e Pacifico.

Le acque di  questi, essendo poste nella zona cosiddetta torrida od equatoriale, in estate  raggiungono temperature pari ai 25°-26°C. Non è escluso pensare  che tali temperature, anche in forma ridotta, si possano incontrare a una  latitudine di 50° S; si creerebbe, quindi, una sorta di zona in cui le fredde  acque polari si incontrano con quelle più calde temperate. Proviamo ora a  pensare: cosa succederebbe se questa zona scomparisse?

Il buco nell’ozono  potrebbe estendersi, provocando, insieme all’ effetto serra un innalzamento  della temperatura globale, facendo scomparire la summenzionata zona, indicata  con il termine ”Convergenza antartica”.

Le acque calde potrebbero, come una  onda anomala, investire l’ Antartide, sciogliendone, poco a poco, a causa dell’  innalzamento della temperatura costiera, i ghiacciai. Potremmo quindi osservare  un continente polare molto diverso, con montagne, terreni e corsi d’ acqua  finalmente emersi dallo strato di ghiaccio, con tanto di erba verde e fresca.

Cio’ comporterebbe conseguenze a dir poco drammatiche. Difatti le acque  scioltesi dall’ Antartide diluirebbero quelle oceaniche, per poco tempo raffreddandole,  ma poi alzandone il livello e l’ evaporazione.

Nelle aree vicino all’ oceano  avremmo precipitazioni più che abbondanti, quasi disastrose; in Europa  scomparirebbero, in quanto la zone europee lambite dagli oceani si avrebbero  veri e propri uragani, tempeste e quant’altro; l’ Europa meridionale, soggetta  ad una possibile chiusura del bacino del Mediterraneo, a causa della deriva dei  continenti, potrebbe diventare più arida, in quanto non ci sarebbero masse d’acqua che compenserebbero l’elevata evaporazione: è come cuocere la  pastasciutta senza acqua: la pentola si surriscalderebbe a tal punto da  carbonizzare ciò che contiene.


Esistono per questo dei venti, detti correnti  occidentali, a causa della direzione dalla quale spirano, indicati anche con la  parola inglese “westerlies”, che sono presenti sia nell’ emisfero australe, sia  in quello boreale. Nell’ emisfero nord le westerlies potrebbero mutare la loro  direzione, privando l’Europa di correnti fredde e piovose, provocando quindi  un innalzamento di temperatura. Le correnti occidentali australi, invece,  potrebbero sviarsi, non causando più nevicate in Antartide, ma addirittura  riscaldarsi e portare caldo, giungendo a fare sciogliere anche i ghiacciai  nell’ entroterra.


I venti costanti verrebbero sballati, poiché non  avrebbero più la direzione polo-equatore, ma chissà quanto di diverso. Per  analogia, anche le correnti marine potrebbero essere oggetto di mutazioni.

La Corrente Circumpolare Antartica potrebbe  riscaldarsi e non portare più temperature basse all’Antartide, bensì  disperdendone il gelo nell’Oceano. Le mutazioni non interesserebbero solo il  continente, ma anche le aree circostanti. Prendiamo ad esempio la   Terra  del Fuoco, territorio argentino, il più vicino all’ Antartide. Contrariamente  al nome, qui si hanno temperature molto basse, sub polari, senza contare che vi  è uno dei luoghi più pericolosi del Pianeta: Capo Horn.


Le tempeste imperversano senza fine, causando  decine e decine di naufragi contro gli scogli. Anche le correnti ne causano:  nella zona della Convergenza Antartica, dove le acque fredde del sud si  incontrano con quelle calde del nord, le navi possono trovarsi in un gorgo e  affondare. Proviamo dunque ad immaginare come le acque siano diventate calde,  in seguito alla calamità sopra descritta, ossia in seguito al riscaldamento  delle correnti. Non avremmo più precipitazioni nevose, bensì veri e propri  diluvi di pioggia.

Occorre precisare che tutte questi fatti enunciati  possono anche non accadere nel modo più drastico, poiché bisogna sempre tenere  conto della latitudine dell’ Antartide.

E’ plausibile pensare che una parte  delle precipitazioni a cui sarebbe soggetto il continente possa essere nevosa,  poiché le temperature così basse che oggi si riscontrano sono dovute al poco  irraggiamento solare che riceve l’Antartide, quindi nonostante tutto potremmo  avere sempre un periodo di luce continua e uno di buio continuo.

Questo fatto  non potrebbe tuttavia ostacolare la colonizzazione del continente. Chissà quali  ricchezze cela il freddo manto ghiacciato, e soprattutto, potrà essere il  nostro solo punto di evacuazione da un continente sempre più devastato dalla  siccità, quale probabilmente sarà l’ Europa o l’ America.

Non è detto che l’  intero mondo andrebbe a cercare un territorio fresco con fertili pianure.  Allora avremmo guerre per il predominio, devastazione, e così potremmo dire di  aver dominato e purtroppo devastato l’ intera Terra.

Nicola  Classe 3° L - sede A. Martini - 2008

 

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