….Com'è che riusciamo a distinguere un gruppo di frequenze, da
un altro gruppo, insomma, com'è che riusciamo a distinguere un colore
dall'altro ? La prima cosa che viene da pensare è che, nella retina,
esistano tanti recettori, quante sono le variazioni di frequenza
( cioè di colore) che siamo in grado di percepire. Ma non è così.
Diciamo che la cosa importante è che il recettore si lasci eccitare
da quella frequenza. Quanto, poi, a trasmetterne la presenza al
cervello, si vede che anche un numero molto inferiore di impulsi
va bene lo stesso: fra occhio e cervello basta intendersi. Chi affrontò,
per primo, questo problema è Thomas Young, il quale fece questo
ragionamento: siccome non è possibile che esistano, in ogni punto
della retina, un numero infinito di recettori capaci di rispondere
a ogni tipo di frequenza, probabilmente, esistono solo tre tipi
di recettori: quelli che sanno distinguere il rosso, quelli che
sanno distinguere il giallo e quelli che sanno distinguere il blu.
Il nostro fece quest'intuizione nel 1801 e fu un 'intuizione felice.
Infatti, gli permise di capire come il mistero della percezione
cromatica non andasse studiato nella natura della luce, bensì nella
natura del nostro apparato percettivo, cioè nel suo funzionamento.
Questa cosa l'abbiamo vista anche nel capitolo precedente, quando
abbiamo capito che il verde di una foglia non è una "cosa" attaccata
alla foglia stessa. Diciamo così: [le radiazioni luminose] sono
stimoli che l'apparato percettivo trasforma in sensazioni (sensazione
di colore) . Dalle idee di Young sull'argomento, dunque, sembrerebbe
che la percezione del colore sia legata alla presenza, nella retina,
di tre sistemi di recettori capaci di "sentire" tre diverse bande
di frequenza della luce. E questo è vero. Infatti, quei recettori
che chiamiamo coni sono effettivamente specializzati nella percezione
di onde elettromagnetiche lunghe (i " rossi " ) , medie (i "verdi")
e corte (i "blu"). La percezione degli altri colori verrebbe dall'azione
combinata dei tre sistemi di recettori, secondo modalità molto complesse
di eccitazione-inibizione.
(T. Casula, Tra vedere e non vedere, 1981, Einaudi, pagg.104, 105)
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Questa
immagine è rosso "puro" che nella scala RGB
dei software di grafica ha valore 255 0 0 |
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Questa
immagine è blu "puro" che nella scala RGB dei
software di grafica ha valore 0 0 255 |
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Questa
immagine è verde "puro" che nella scala RGB
dei software di grafica ha valore 0 255 0 |
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Questa
immagine è giallo "puro" che nella scala RGB
dei software di grafica ha valore 255 255 0 e quindi è
una combinazione di rosso e di verde "puri" |
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