I colori, a seconda di dove li metti, a seconda cioè dei colori
che li circondano, cambiano apparenza. (…) A dirla diversamente,
Young scoprì che essi hanno due nature: quella fisica (che noi possiamo
"misurare" in termini di lunghezza d'onda, di indice di rifrazione,
di saturazione, di luminosità, ecc.), e quella psichica che, non
sempre, corrisponde alla prima. Per capire quanto vi dico, potete
eseguire alcune prove che ora vi suggerisco. Prendete un cartoncino
bianco e uno nero: vi serviranno come sfondo, su cui adagerete dei
quadratini di diverso colore. Per cominciare, se mettiamo un quadratino
bianco su un fondo nero e un quadratino delle stesse dimensioni,
nero, su fondo bianco, il primo sembra più grande del secondo; e
ancora: un quadratino grigio adagiato su un fondo nero appare più
chiaro dello stesso quadratino adagiato su fondo bianco. Ora, se
disponete un quadratino di altro colore (giallo, rosso, blu, ecc.)
sul cartoncino bianco e poi sul cartoncino nero, il fenomeno si
ripete: sul nero, i colori sembrano più chiari che sul bianco. Le
cose si complicano notevolmente se il fondo è, a sua volta, colorato.
Su un fondo verde, per esempio, un blu appare più chiaro di quando
è posto su un fondo giallo; un giallo su fondo blu appare più luminoso
di un giallo su fondo arancio, e così via.
(T. Casula, Tra vedere e non vedere, 1981, Einaudi, pag. 121)
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