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Ora, c'è un problema, che tornerà spesso nei
nostri discorsi, ed è la parte che il cervello ha nella
percezione visiva. Non è facile dare risposte certe, anche
perché non è che ce ne siano tante. È certo,
invece, che il cervello, tramite il nervo ottico riceve dei segnali
che provengono dalla retina. Di che natura sono questi segnali?
Questi segnali non sono segnali luminosi, come quelli che riceve
la retina, ma segnali elettrici: la retina, infatti, converte
i segnali luminosi in segnali elettrici.
Per capire questa cosa, pensate a un registratore,
dove i segnali sonori, durante la registrazione, sono convertiti
in segnali magnetici ( quelli che si depositano nel nastro),
per essere riconvertiti, durante l'ascolto, in segnali sonori.
Ma c'è una grossa differenza, tra l'apparato di un registratore
e l'apparato della percezione visiva: nel primo, "entrano"
segnali sonori ed "escono" segnali sonori, cioè
i segnali dell'entrata sono riprodotti all'uscita; nel secondo,
entrano segnali luminosi, ma non escono segnali luminosi, cioè
non viene riprodotto il segnale dell'entrata. E infatti, noi
non siamo dei video registratori. (NOTA1)
Allora, com'è che i segnali elettrici spediti dalla
retina vengono "letti" dal cervello? In altre parole,
com'è che il cervello " vede " ? Ecco, qui le
risposte non sono facili. Non è ragionevole, comunque,
pensare che, in qualche modo e in qualche parte del cervello,
si formino delle immagini " fotografiche " , cioè
si riconvertano, come nel registratore per i segnali sonori,
i segnali elettrici in segnali luminosi. Questo, per un motivo
molto semplice: se fosse così, dovremmo domandarci com'è
che quelle immagini riconvertite vengono "viste", magari
da un altro "occhio" interno, finendo col cercare un
altro modo e un'altra parte del cervello dove quelle immagini
vengono "riviste" (magari da un altro occhio, più
interno ancora) , e così via. È più probabile,
invece, che nel nostro cervello si formino delle immagini mentali.
Dicendo così, non è che intenda evitare il problema,
liquidandolo con l'aggiunta di un semplice aggettivo.
Per immagine mentale s'intende qualcosa di diverso
da immagine retinica: tra l'una e l'altra, esiste la stessa differenza
che c'è, per esempio, tra una rivendita di tabacchi e il
segno "T" che la indica. Cioè, tra l'immagine
retinica e l'immagine mentale, c'è la stessa relazione
che si stabilisce tra le "cose" e i simboli che possono
rappresentarle. Pensate a tutti i disegni, anche a quelli eseguiti
dai bambini, e alla facilità con cui riusciamo a leggervi
la "realtà" che vogliono rappresentare: non sono
la realtà, ma una sua codificazione. (NOTA
2)
Scommetto che vi state perdendo d'animo. Forse, ci capiamo
meglio, tornando all'esempio del registratore. Se io prendo in
mano la cassetta registrata, per quanto la guardi con attenzione
o meglio per quanto possa avvicinarmela all 'orecchio, non riuscirò
mai a capire il contenuto della registrazione: a occhio (o a
orecchio), non mi è possibile decodificare i segnali magnetici
del nastro. Per capire, devo far girare la cassetta nel registratore.
Cosa succede, nel registratore? Nel registratore la cassetta
viene decodificata dalla testina, cioè i segnali magnetici
vengono riconverti in segnali sonori ( che fanno parte di una
codificazione che, invece, conosco). Diciamo che i segnali magnetici
del nastro sono un tipo di codificazione dei segnali sonori che
il registratore sa "leggere", cioè decodificare
(un altro tipo di codificazione sonora è quella dei dischi)
. Ora, dire che il cervello sa codificare e sa decodificare i
segnali che riceve dalla retina, forse, è troppo sbrigativo.
D'altra parte, mentre per molte persone, non è difficile
capire come il registratore codifica e decodifica una cassetta
magnetica, sul come si comporta il cervello con i segnali retinici
si sa ben poco. E quel poco che si sa suppone una conoscenza
molto raffinata del cervello. Pazienza.
(T. Casula, Tra vedere e non vedere, 1981, Einuaidi, pagg.40,
41, 42).
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