Scheda tratta da: K.P. Buttler, Guida pratica alla botanica,
Zanichelli.
Osservazioni fenologiche
Ogni appassionato di botanica attende con impazienza, dopo un lungo inverno,
i primi annunci della primavera: i fiori del bucaneve e del nocciolo. Più
avanti nel corso dell'anno, si registrano altri eventi caratteristici, ad esempio
la prima fioritura dei mandorli ai bordi delle strade. La disciplina che studia
la periodicità con cui ricorrono determinati stadi di sviluppo si chiama
fenologia. Una ritmicità stagionale si riscontra in tutte le parti della
terra ove ci sia alternanza di periodi favorevoli e sfavorevoli. Le piante (e
gli animali) devono adattarsi a queste situazioni, limitando la propria attività
nei periodi di freddo, caldo o aridità eccessivi. Noi stessi lo facciamo!
Per osservare lo sviluppo della vegetazione esistono innumerevoli stazioni distribuite
nelle regioni dell'Europa centrale e in quasi tutto il mondo. Si tratta in parte
di istituti e orti botanici o istituzioni consimili e in parte di privati che
collaborano volontariamente. Queste stazioni si tengono in continuo contatto
tanto da formare una "rete fenologica". Nella Germania Federale, in
Svizzera e in Austria esistono dei servizi fenologici istituiti dallo Stato
nell'ambito delle stazioni meteorologiche. Chi usa fare spesso passeggiate o
escursioni potrà forse divertirsi nel prendere nota delle date in cui
si manifestano eventi caratteristici nel corso dell'anno. Esiste in tal caso
la possibilità di aderire a una rete fenologica. E' però anche
possibile ideare un proprio programma, relativo a problemi di tipo bioclimatico,
che preveda osservazioni da effettuarsi vicino casa. Meglio ancora è
mettersi in contatto con persone che coltivano lo stesso interesse per lavorare
in collaborazione.
Metodologia
Per contraddistinguere lo sviluppo delle piante nel corso dell'anno occorre
basarsi esclusivamente su caratteri ben osservabili e facilmente precisabili.
Fra questi non rientrano ad esempio l'accrescimento in lunghezza del fusto o
lo sviluppo della superficie fogliare, dato che si tratta in entrambi i casi
di variazioni quantitative che procedono in maniera continua e oltretutto variabile
da individuo a individuo. Bisognerà pertanto utilizzare variazioni qualitative
dipendenti da modificazioni della condizione fisiologica della pianta: l'emissione
del fogliame dopo la quiescenza invernale, la germinazione dei semi, la formazione
dei fiori e dei frutti, la caduta delle foglie alla fine del periodo vegetativo.
Quali di questi caratteri siano da considerare in pratica, dipende dalla specie
considerata. Il periodo in cui si manifestano i diversi stadi di sviluppo, detti
anche fasi, è condizionato dal patrimonio genetico della specie. Tale
periodo è pressoché coincidente, di regola, per tutti gli individui
di una data specie. Se le osservazioni vengono effettuate su individui della
medesima specie che vivono nello stesso ambiente, la diversità di reazione
dovrà essere ricondotta quasi esclusivamente a cause di tipo meteorologico.
Alberi, arbusti e altre piante perenni sono particolarmente adatti per gli studi
fenologici poiché i medesimi individui possono venir seguiti di anno
in anno. Per effettuare un confronto fra regioni diverse si utilizzano metodi
standard. Tutti i collaboratori devono concentrarsi allora su determinate specie
e fasi. Le reti di osservazione operano secondo questo principio. Per garantire
l'omogeneità vengono redatti dei prontuari in cui sono spiegati i vari
particolari.
Problemi
durante le osservazioni
Chi compie osservazioni fenologiche incontra sempre dei
problemi che gli rendono più difficile il lavoro. Tali problemi possono
essere dovuti a due ordini di cause: naturali e umane.
1. Variabilità del patrimonio genetico
Sebbene gli individui di una data specie siano fra loro collegati, ciò
non significa che essi possiedano un identico patrimonio genetico. La variazione
genetica può manifestarsi in diversi modi: nella morfologia, nel1'ambiente
di vita e, ciò che più conta a questo proposito, nella periodicità
fenologica. Persino nell'ambito della stessa popolazione si riscontrano a volte
differenze di alcuni giorni, per esempio nell'inizio della fioritura di Prunus
spinosa in una siepe o nell'emissione delle foglie di Betula pendula in un bosco.
Se vengono confrontati individui di una certa specie viventi in regioni diverse,
la questione risulta ancor più difficile da valutare. Molte specie spontanee
sono differenziate in razze geografiche che reagiscono diversamente alle condizioni
climatiche. Nella valutazione delle date osservate bisogna pertanto sempre considerare
se un confronto risulta attendibile o meno. Nelle reti di osservazione organizzate
si cerca di eliminare questa fonte di errore con l'istituzione di giardini fenologici:
attualmente in Europa ce ne sono circa 60. In questi giardini vengono piantate
diverse specie, generalmente legnose, scegliendo sempre individui con patrimonio
genetico identico. Viene in tal modo escluso il pericolo di esaminare piante
appartenenti a razze geografiche distinte.
2. Condizioni fisiologiche
Le piante reagiscono talora diversamente secondo l'età.
Ciò risulta evidente nelle specie legnose; quando lo strato arboreo è
ancora privo di foglie, in quello arbustivo il fogliame ha già iniziato
a svilupparsi. Le piante malate hanno però una reazione fenologica diversa
da quelle sane.
3. Influsso dell'ambiente
Differenze topografiche influenzano quasi sempre le fasi
fenologiche; per esempio, sui versanti sud la vegetazione si sviluppa in anticipo
rispetto ai versanti nord. Si registrano ritardi nelle depressioni fredde; queste
ultime sono talora determinate da vene d'acqua sotterranea che non potrebbero
mai essere evidenziate se non utilizzando le piante quali indicatori. Sono viceversa
favoriti gli ambienti riparati al margine del bosco o lungo il lato sottovento
degli edifici nei centri abitati. Tutti i problemi qui elencati devono essere
presi in attenta considerazione durante il lavoro sul campo e scrupolosamente
annotati. Qualora i dati vengano raccolti nell'ambito di un progetto su vasta
scala e si notino discrepanze a livello locale, bisognerà indicare, in
base all'esperienza personale, delle date medie di comparsa delle varie fasi
fenologiche, mai riferite tuttavia a piante viventi in ambienti estremi.
4. Problemi dovuti al fattore umano
Una regola che dev'essere assolutamente rispettata nel caso
delle osservazioni fenologiche è quella di procedere con senso critico.
Nonostante la buona volontà, non si registra mai un'assoluta corrispondenza
fra osservatori diversi. Le date si discostano in media di 1-2 giorni: ciò
è dovuto al fatto che il periodo critico nel quale si manifesta una certa
fase può durare parecchio tempo cosicché risulta molto difficile
indicarne il termine esatto. Nei casi dubbi e quindi più onesto indicare
un periodo di 2-3 giorni piuttosto che una data precisa. Generalmente si ha
un ritardo nella comparsa di una determinata fase qualora il tempo peggiori
poco prima del periodo critico; una gelata tardiva all'inizio della primavera
può ritardare ad esempio l'emissione delle foglie del faggio di oltre
una settimana. Mentre i problemi sopra descritti non sono dovuti all'influenza
dell'osservatore, ma dipendono dalle caratteristiche della pianta, si riscontrano
talvolta errori che vanno assolutamente evitati. Può trattarsi, da una
parte di determinazioni sbagliate che si possono correggere valutando in maniera
autocritica il proprio lavoro, e dall'altra di errori di annotazione effettuati
più o meno consapevolmente per ragioni soggettive. Soprattutto alla fine
dell'inverno si è portati a registrare in anticipo 1'inizio del periodo
vegetativo quasi a voler sollecitare l'arrivo della primavera; di ciò
ne è spesso un esempio il bucaneve (Galanthus nivalis). Può inoltre
accadere che l'immagine di una data fase fenologica, che uno crede di essersi
impressa nella mente, venga leggermente modificata di anno in anno.
Utilità
dei rilevamenti fenologici
I dati raccolti possono venir valutati secondo due punti di vista. Diverse osservazioni
riferite alla medesima specie possono venire riunite in carte fenologiche; queste
possono avere sia la forma di carte annuali che di carte dei valori medi, riferite
a valori registrati nel corso di varie annate. Tali carte vengono costruite
congiungendo tutte le località, nelle quali una determinata fase si manifesta
contemporaneamente, mediante linee, dette isofane. Le carte fenologiche costituiscono
delle carte climatiche. Infatti esse hanno caratteristiche simili a quelle delle
carte che riportano singoli dati climatici (temperatura, precipitazioni ecc.)
misurati direttamente. In un certo senso le prime sono addirittura superiori
alle seconde poiché le piante non reagiscono a un singolo fattore soltanto,
bensì al complesso dei fattori ambientali di una certa località.
Anche chi vuole effettuare osservazioni per conto proprio in un territorio ristretto
può disegnare delle carte fenologiche. Queste possono costituire ad esempio
un'utile integrazione delle carte della vegetazione. Le osservazioni effettuate
nello stesso luogo su piante diverse possono venir sintetizzate in un calendario
fenologico. Gruppi di fasi vicine nel tempo costituiscono le stagioni fenologiche.
Al contrario delle stagioni meteorologiche, queste non sono orientate in base
al calendario, bensì all'effettivo decorso delle condizioni climatiche
e quindi allo sviluppo della vegetazione. Confrontando i calendari fenologici
di annate diverse riferite al medesimo territorio, si noterà che la data
di inizio e la durata delle stagioni fenologiche possono variare considerevolmente.
La massima variazione si riscontra nel manifestarsi delle fasi più precoci
(periodo pre-primaverile e inizio della primavera) per le quali le date di inizio
possono scostarsi addirittura di 90 giorni. Nel resto dell'anno la variazione
è viceversa più contenuta con uno scarto massimo pressoché
costante di 35 giorni per una data fase. Anche la successione temporale delle
fasi in una località può non essere costante: si parla allora
di intercettamento fenologico: per esempio il bucaneve e il nocciolo possono
indicare alternativamente il periodo pre - primaverile. Le osservazioni fenologiche
hanno una grande importanza pratica soprattutto per 1'agricoltura, tanto che
a questo riguardo il servizio meteorologico agrario pubblica un bollettino d'informazione
a cadenza settimanale. Altri settori di applicazione sono la silvicoltura, il
giardinaggio e 1'apicoltura; si hanno inoltre contatti con altre scienze, prima
fra tutte la meteorologia, ma anche la geografia e, non ultima, la botanica.
In Europa esistono numerose reti di osservazione fenologica su scala continentale,
nazionale e regionale, aventi finalità diverse. Il numero dei collaboratori
e dell'ordine delle migliaia; soltanto nella Germania Federale se ne contano
2600. Alcune reti lavorano ormai da molti anni anche sulla base di osservazioni
effettuate addirittura nel secolo scorso.
La
fenologia nella botanica
Sebbene le prime osservazioni fenologiche siano state eseguite soprattutto da
botanici, al giorno d'oggi la fenologia gioca, evidentemente a torto, un ruolo
subordinato nell'ambito delle discipline botaniche. I vegetazionisti fanno talora
uso di metodi fenologici, i sistematici assai più di rado. Ecco dunque
aprirsi un ramo di indagine assai stimolante per il botanico dilettante che
può addentrarsi in una terra vergine. Faremo cenno ad alcuni dei problemi
aperti per dare impulso a nuovi lavori e riflessioni. Chi desidera iniziare
a compiere indagini fenologiche in un territorio ristretto deve avere innanzitutto
ben presenti i risultati che tale metodo può dare. Primariamente bisogna
considerare le limitazioni che possono condizionarne l'attendibilita. Quanto
più piccolo è il territorio di indagine, tanto più fini
sono le eventuali differenze fenologiche e, in altre parole, tanto più
precisa dev'essere l'indagine. Le osservazioni devono essere quindi il più
possibile scrupolose. Quali problemi possono venir indagati su base fenologica?
Ricorderemo ad esempio quelli descritti precedentemente, che possono complicare
il lavoro per i collaboratori delle reti di osservazione. Invertendo il tipo
d'approccio sarà possibile effettuare ricerche specifiche in tal senso.
Per determinate specie possono configurarsi le seguenti problematiche:
la variazione del patrimonio genetico in un territorio ristretto o addirittura
nell'ambito di una popolazione;
- le differenze fenologiche che si riscontrano fra specie
affini.
- il differente comportamento di una specie in comunità
vegetali distinte;
- il differente comportamento di una specie in relazione
all'ambiente.
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